La seduzione è il tema della stagione lirica dello Sferisterio e della mostra estiva della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, allestita nella dimora nobiliare appartenuta alla famiglia Ricci. Dipinti e sculture a rendere diverse interpretazioni della donna, emblema della seduzione di ieri e di oggi.
Il percorso si apre con il “Ratto delle Sabine” di Primo Conti (1925), una recente acquisizione. Poi si indaga, attraverso una selezione dalla collezione permanente, sulle declinazioni del tema. La raffigurazione di Balla della signora Ranieri Vigliani è realistica e quasi fotografica; ironica è la “Papera” di Alberto Savinio; rimandano alla classicità “Le Parche” di Emanuele Cavalli e “Il mito di Arianna” di Enrico Prampolini. Il maceratese Scipione (Gino Bonichi) fa dei fichi l'emblema della sensualità. Riconoscibile “Scalinata/Trinità dei Monti” di Massimo Campigli. Simbolico Licini con la sua Amalassunta bianca su fondo rosso da cui spuntano due grandi seni femminili. E poi “Nudo su paesaggio giallo” di Felice Casorati, di cui è anche presente una tela dipinta su entrambi i lati (recto donna con paesaggio e verso nudo seduto). Quindi Fausto Pirandello, Salvatore Fiume, Mario Sironi. Nell'ultima sala Carlo Carrà “Madre e figlio”, tra gli acquerelli di De Pisis e gli olii di Pio Semeghini e Arnolfo Crucianelli. Fino al seducente incastro ligneo di Mario Ceroli, ispirato ai nudi di Stefania Sandrelli, che apre la strada agli scultori: il grottammarese Pericle Fazzini, Francesco Messina e Pietro Cascella.
Nel suo saggio in catalogo Evio Hermas Ercoli fa derivare il termine seduzione non da se-ducere, condurre a sé, ma da sed-ducere, condurre in disparte, quindi sviare. Invece nella sua conferenza Philippe Daverio ha dato per assodata la derivazione da se-ducere. Uno spunto per pensare, senza farsi sviare.
Macerata, Palazzo Ricci, fino al 7 settembre 2008, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, ingresso gratuito, catalogo Carima Arte, infoline 0733.261484.
Teatro